 
                    "Il verbo leggere non sopporta l'imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo amare, il verbo sognare. Naturalmente si può sempre provare”, ma non funzionerà! Mi permetto di aggiungere alle parole tratte da ‘Come un romanzo’ di Pennac.
Leggere è un piacere intimo e profondo che non si può insegnare, ma sicuramente si può trasmettere. E questo può accadere solo se noi stessi amiamo leggere.
Forse è arrivato il momento di cambiare prospettiva: non chiediamoci più “Come insegnare il piacere di leggere?”, ma “Come trasmettere l’amore per le storie?”
Ecco alcune strategie pratiche per accendere la scintilla. Con delicatezza, creatività e un pizzico di magia.
1. Leggere ad alta voce (anche se sanno già leggere!)
La nostra voce che racconta è una carezza, un momento di condivisione di emozioni e sentimenti. È una bella giornata? Possiamo uscire nel giardino della scuola? Facciamolo! 
Condividere emozioni stando seduti, composti, ognuno al proprio banco, non è esattamente la situazione migliore. Se dobbiamo stare in classe, sederci in cerchio sul pavimento, soprattutto con ragazzini di dodici anni, sarà quel tocco di “trasgressione” che cattura il loro interesse e la loro attenzione.
Scegliamo libri a episodi, con capitoli brevi. Perfetti per creare attesa. “Domani leggiamo il seguito?” sarà la domanda più bella da sentire.
2. Audiolibri: leggere con le orecchie
Alcuni bambini amano ascoltare più che leggere. E va benissimo così! Gli audiolibri sono perfetti per chi ha difficoltà di lettura o per chi vuole vivere una storia in un modo diverso.
3. Lasciare che inizino da ciò che amano
Draghi, calcio, gialli, dinosauri, cucina… ogni interesse può essere un ponte verso la lettura. Non importa da dove si parte, ma che il primo passo sia sentito, personale, scelto.
4. Lasciare che scelgano la forma
Fumetti, graphic novel, albi illustrati anche per i più grandi, silent book, libri-gioco, riviste… la lettura può avere tante forme. L’importante è che ci sia una narrazione e una curiosità che tenga agganciato il lettore.
5. Lasciare che trasgrediscano
Un libro non è lo sciroppo per la tosse che siamo obbligati ad assumere perché “fa bene”. Possiamo consigliare, certo, ma senza usare performativi mascherati. Frasi come “Secondo me dovresti leggere…” oppure “Perché non leggi…?” suonano come ordini e, anche se vengono seguiti, difficilmente lo saranno con entusiasmo. Lasciamo quindi che i bambini scelgano secondo il proprio gusto e le proprie curiosità. E se abbiamo qualche dubbio, pensiamo a quel libro che siamo convinte che dovremmo leggere (mi comprendo nel novero con sincerità e convinzione), ma che magari non abbiamo mai iniziato… e forse non lo faremo mai.

6. Lasciare che lo abbandonino
Un libro non è una prigione. Se non piace, si può cambiare. Ne sa qualcosa la pila di libri sul nostro comodino. Accettare di aver sbagliato nella scelta rientra nella didattica dell’errore: possiamo accorgerci a pagina undici che un libro non fa per noi, soprattutto ora che quasi tutti gli incipit sono accattivanti.
7. Eliminare il timore del giudizio
Il primo passo per non giudicare è coprire la quarta di copertina, quella in cui leggiamo l’età consigliata. Dire a una bambina o a un bambino “Questo per te è troppo facile” o, peggio, “Questo libro è troppo difficile” può nel primo caso mortificare e nel secondo bloccare il desiderio di mettersi alla prova. Anche per l’argomento scelto è meglio non esprimere giudizi che in ogni caso sono molto personali. Ciò che non interessa noi può contenere spunti preziosi per altri.
8. Creare una piccola routine di classe 
Creare un momento speciale in cui ognuno legge ciò che vuole, condivide un pezzo, racconta, oppure ascolta soltanto equivale a far sentire bambine e bambini liberi e responsabili della propria crescita.
9. Avere le idee chiare: lettura o comprensione?
Se vogliamo trasmettere il piacere della lettura, dobbiamo essere consapevoli di che cosa stiamo facendo e perché. 
Le domande di comprensione servono, certo, ma a un altro scopo: aiutano a verificare, analizzare, studiare un testo.
Quando leggiamo per piacere, non c’è bisogno di interrogare, chiedere "Che cosa succede dopo?", "Chi è il protagonista?", o "Che cosa rappresenta il cane nella storia?".
Al contrario, serve creare un clima di libertà: libertà di emozionarsi, di immaginare, di scegliere, anche di restare in silenzio.
In quel momento, il nostro obiettivo non è valutare, ma nutrire. E per farlo, servono libri, tempo e una fiducia profonda nel potere delle storie.
10. E se tutto questo non funzionasse subito?
A volte i frutti arrivano più tardi, all’improvviso. Ma ogni volta che mostriamo amore per una storia, diventiamo la scintilla che può accendere il piacere per la lettura. E se anche una sola bambina o un solo bambino comincerà a leggere perché vuole, sarà una conquista meravigliosa.
Mariagrazia Bertarini
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